2 luglio 2007

2 luglio 2006 – 2 luglio 2007

Caro papà,

è già passato un anno da quando, in quella torrida alba del 2 luglio dell’anno scorso, mentre la Tua Massa si preparava a festeggiare la Santa Madonne delle Grazie, Sua Patrona, quel Qualcuno  che tesse le trame della nostra vita, decise che da quell’anno in poi, quella Festa l’avresti trascorsa insieme alla Santa Madre ed al Suo Divino Bambino.

E’ passato già un anno e non mi sembra ancora vero che Tu non sei più qui  con me, con i Tuoi figli, con mamma, con i Tuoi adorati nipotini. Ripenso spesso alle parole dettemi giusto un anno fa da zio Nando: “quando si perde il papà, è come perdere il cappello: fin quando ce l’hai anche se non lo vedi o lo senti tutti i giorni sai però che c’è ed è lì, pronto a darti all’occorrenza e dall’alto della Sua saggezza, un auspicato e sempre valido consiglio, e quando non c’è più e Ti viene a mancare quest’opportunità, Te ne rendi amaramente conto e capisci  quanto sia grande la perdita avuta!”

Ho pensato spesso a quelle parole e ho capito quanto siano vere, quante volte papà avrei voluto che ci fossi e purtroppo non c’eri, e anche se sono abbastanza in là con gli anni, il fatto solo che c’eri, mi faceva sentire sempre più, e meglio, al sicuro.

Piano piano ho cambiato alcune  abitudini consolidatesi negli anni, come per esempio il passare da casa Tua a Massa, al mattino presto o la sera tardi andando e tornando dal lavoro, dove Ti trovavo  sempre pronto ad aspettarmi con il Tuo ineguagliabile caffè, alle cinque di mattina come alle otto di sera e se qualche volta non passavo perché avevo fatto tardi e perché, in uno dei Tuoi momenti di salute non tanto buona, preferivo lasciarTi riposare un po’ di più, arrivava la Tua dolce paternale:” Lello, com’è che non sei passato stamattina? La macchinetta del caffè era pronta!”

E’ stata anche dura abituarmi, all’inizio,  all’evitare di chiedere al telefono, quando nei primi tempi chiamavo mamma e come sempre mi veniva immediatamente e spontanea  la domanda “Papà che fa?”, salvo poi lasciarmi dentro il rammarico di avere riaperto, anche se involontariamente, una ferita mai rimarginata. Così come è tanto il dolore quando passo a salutare mamma ed ogni angolo della Tua casa mi riporta col pensiero a Te ed a tutte le cose di casa in cui hai lasciato la Tua originale impronta, come i piccoli elettrodomestici “truccati” e le tante Tue simpatiche invenzioni per rendere più facili a mamma i compiti domestici. E come non posso non abbandonarmi a tanta nostalgia e tristezza, quando mi capita di ricordare le tante volte che sei venuto a farmi visita con mamma  a Milano o Potenza nel corso delle mie emigrazioni lavorative per l’Italia ed ogni volta che ripartivi la casa era sempre più funzionale grazie ai Tuoi tanti ed originali ritocchi  o ricordare i tanti viaggi percorsi insieme, per amore mio, Tu che non avevi mai voluto viaggiare e che ripetevi sempre “Mi basta la mia Massa!”: di essi voglio solo accennare a quando, travolti da un’improvvisa bufera di neve, volesti aiutarmi a montare le catene da neve alle ruote della Duna, in quel di Roccaraso, e non esitasti a sfidare il freddo e la neve pur di aiutarmi così come hai sempre fatto con noi e con gli  altri nella Tua vita.

L’altro giorno ho pensato a quando, piccolo, piangevo nel sentirTi al telefono, lontano a Capri per lavoro perché volevo stare con Te, e la Tua voce, pacata come sempre, mi tranquillizzava rassicurandomi sul Tuo veloce ritorno. Anche l’altro giorno ho pianto e forse di più perché sapevo che non sarebbe potuta arrivare la Tua voce a calmarmi, ed ho potuto alzare solo gli occhi al cielo e con la forza della fede,saperti comunque vicino a me, papà.

Un’altra cosa a cui tengo in questi tempi è che non voglio vada perduto il ricordo del grande nonno che hanno avuto la fortuna di avere le mie bambine e ricordandoTi tutte le sere con il bacetto a Te ed alla sorellina, così come Tu mi avevi insegnato a mandarlo al Tuo, di papà, faccio in modo che parliamo spesso di Te. Per Simona non nutro timori, era già grandicella quando ci hai lasciato e ricorda  tanti episodi belli vissuti insieme a Te, soprattutto si ricorda della giornata della Sua Prima Comunione e di come era contento il nonno Alfonso in quel giorno, è per Giorgia, invece, che ho un po’ di  paura che possa dimenticarTi, ma fino ad ora vedo che riesce anche bene a ricordare divertenti episodi della Sua breve vita vissuti con Te, come lo scherzetto che Le facevi quando facevi finta che solo con la forza del Tuo fiato riuscivi a far muovere la poltrona che Ti dava un po’ di sollievo negli ultimi tempi, e quindi spero che Ti ricordi per sempre perché è importante ricordare i nonni ed il bene che ci han voluto da piccoli quando non ci sono più, io purtroppo ne ricordo solo due, gli altri volati in cielo quando ero troppo piccolo e con il rammarico di non riuscire  a ricordarli.

Papà, mi piace parlare con te al presente, perché sono certo che da qualche parte, in qualche altra dimensione, in un modo o nell’altro, devi esserci vicino a me e  me ne rendo conto quando mi trovo ad affrontare uno dei momenti difficili che non mancano mai in questa mia vita e quando sono sul punto di arrendermi riesco a trovare nuove energie e a compiere la scelta giusta molto probabilmente grazie a Te, che continui a proteggere dal cielo quel Tuo figlio Lello (insieme a tutti i Tuoi cari)  che hai sempre  protetto quando c’eri ed a cui hai insegnato a comportarsi bene, dando come esempio da imitare,  silenzioso e costante, la Tua  vita generosa, quel Tuo figlio Lello a cui scrivesti, in un bigliettino lasciatogli sul comodino, dopo l’ultima notte dormita in casa Vostra, nel giorno del Suo Matrimonio: “Lello oggi inizia per Te una nuova vita con la Tua dolce metà, la Tua cara Rosaria. Mentre Vi benedico e Vi auguro tutto il bene che posso, promettimi di volerLe sempre bene e di rispettarLa così come io ho fatto con Anna. Sono le nostre mogli la nostra forza.” Papà io la promessa l’ho sempre tenuta  a mente, potrei non rispettarla ora che non sei più vicino a me?

Grazie papà, per quello che mi hai insegnato con il Tuo esempio, grazie per la  vita che mi hai donato e per tutti i sacrifici che hai fatto per non far mai mancare nulla a noi figli e a mamma anche al costo di rinunciare a qualcosa che avresti voluto per Te e non Te lo sei mai concesso: sempre prima gli altri, eh papà?

Lello

2 luglio 2007ultima modifica: 2007-07-01T19:00:00+02:00da naufragotriste
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