Un triste anniversario.

16 gennaio: era quello del 1993, freddo ma soleggiato. Al mattino, avendo lavorato di notte, subito l’autobus di Liscio da Potenza a Napoli , e poi lì, in ospedale a vedere se andava meglio per la mia Alexandra Anna, che nata il 21 dicembre un po’ piccolina, aveva poi dato segni di miglioramento e stava superando il periodo, a detta dei medici, critico tanto è vero che erano già un po’ di giorni che dall’incubatrice era stata portata nella culletta. Grande  e triste il mio stupore nel vederLa quel mattino tornata nell’incubatrice: “C’è stato qualche problema” mi disse il medico di turno “ma la bimba è forte e ha tanta voglia di farcela!”. Non so quanto tempo rimasi al di là del vetro nè  ricordo tutte le preghiere di quella mattina. Tornai a Massa e riferii a Rosaria che Alexandra aveva fatto un po’ di marcia indietro ma che i medici erano tranquilli. Era di sabato, al pomeriggio andammo a messa a Massa e poi passai a salutare mamma e papà. Appena entrai in casa, sul volto di mamma l’espressione di chi sta molto male “mamma che c’è?” Le dissi e Lei: “Han chiamato da Napoli, La bambina non sta bene, questo è il numero”. Rimasi bloccato e non riuscivo nemmeno a comporre il numero di telefono e poi dall’altra parte della cornetta, a crudo,  “Signor Acone, ci spiace, la bambina non ha superato questa crisi!” Partii subito a razzo per Napoli con mio fratello Rosario e lì vissi un momento che non auguro nemmeno al mio peggior nemico se un domani dovessi averne uno. Seguì il periodo più buio  della mia vita, scrissi persino al Santo Padre: “Non è possibile che il Signore mi tolga una  figlia  desiderata con tutto noi stessi e con immani sacrifici quando poi c’è gente che i figli li fa e li butta. La risposta, accompagnata da una coroncina del Rosario benedetta, e tramite il segretario pontificio, non tardò: ” Non ci è dato conoscere i disegni divini a volte duri da accettare, ma ogni cosa che Dio permette ha il Suo scopo, e mi fece l’esempio di un lavoro ricamato al telaio: se lo guardi da sotto sembra tutto una grande e bruutta  confusione, da sopra invece esplode in tutta  la Sua meraviglia, così è la nostra vita nei disegni di Dio. Seguì  il periodo più brutto della mia vita, dicevo,  rischiarato, ma non completamente, e non potrebbe essere diversamente (il pezzo di cuore che sono i nostri figli, nonostante tutte le preoccupazioni di cui riempiono la nostra vita, non si riforma quando lo perdiamo),  solo quando arrivarono, grazie a Padre Pio, prima  Simona e poi, a seguire, Giorgia. Mi chiedo se sia giusto parlare di questo episodio e ricordarne il dolore riaprendo una ferita mai chiusa ma poi mi dò da solo la risposta: è giusto così, mi fa bene, parlare di Alexandra è come sentirla ancora presente, e come se quei Suoi ventisei giorni di calvario non fossero trascorsi invano e volli lasciare  segno del Suo passaggio anche nella dichiarazione dei redditi di quegli anni, dove tra i componenti della mia famiglia inserii il Suo nome anche se per un periodo terribilmente breve. Ed ancora oggi, e ve ne sarete di certo accorti, alla minima occasione ne parlo per aiutarmi a sentirLa sempre presente  perchè so per certo che da qualche parte, in un’altra dimensione, e con nonno Fofo,  deve esserci quel mio piccolo angelo volato in cielo ancor prima di aprire le ali, la parte bella del telaio della mia vita, oggetto di un disegno divino che non ho capito e che forse non capirò mai. 

Un triste anniversario.ultima modifica: 2008-01-17T08:48:04+01:00da naufragotriste
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