Educazione Fisica.

Metto da parte le mie fanciulle e riprendo a narrare della mia storiella. Eravamo rimasti al mio primo approccio con le scuole medie. La prima cosa che mi viene in mente è la palestra. Era uno stanzone enorme e buio che veniva illuminato da due lucernari ad una parete e da qualche neon adattato alla meno peggio. Vi faceva sempre freddo ed era molto umido (era ricavato nel sotterraneo del nostro istituto scolastico che comprendeva le scuole elementari e medie e che in passato, nel settecento, era stato un collegio di gesuiti ed un ospedale militare ai tempi delle invasioni saracene). Ricordo la rigida divisione che si faceva tra i ragazzi e le ragazze, ognuno con il suo docente. Ricordo il nostro, si chiamava Cirillo se non erro, e veniva tutte le mattine, pensate un po’ da Avellino, si sobbarcava quotidianamente i suoi duecento chilometri con una vecchia cinquecento ma era sempre presente e mai malato. Oggi nessuno potrebbe fare quello che faceva lui perché mentre le strade son rimaste quelle di allora il traffico, considerato lo sviluppo turistico che ha avuto la penisola sorrentina e la costiera amalfitana negli ultimi decenni (certamente qualcuno di Voi conosce il Paradiso dove abito, spero di inserire se vi riuscirò qualche foto in una delle mie prossime puntate: anche oggi ho provato ma pur seguendo, o credendo di farlo, alla lettera le istruzioni della home page, non Vi sono riuscito) è certamente decuplicato. Era un bravo professore e cercava di farci svolgere al meglio l’Educazione Fisica con i pochi mezzi che aveva a disposizione: una vecchia cavalletta, un asse d’equilibrio, un paio di palloni ed una vecchia rete da pallavolo. Quando arrivava la bella stagione, ci portava sempre fuori a fare delle passeggiate o delle partite di calcio all’aria aperta. A volte ci portava sulla strada che conduceva al porto e ci faceva fare delle gare di corsa, pochi alla volta. Ricordo che una volta arrivai a casa e dissi a mamma: “Sai mamma, il professore di educazione fisica ci ha fatto fare una corsa e sono arrivato terzo!”. “Bravo Lello”, mi rispose lei ma il suo entusiasmo svanì subito quando le dissi che ero arrivato terzo su tre corridori! Eh sì, non fui mai portato per l’educazione fisica, fu sempre la materia in cui a stento i docenti mi davano la sufficienza…Nel frattempo, stanno arrivando le mie “tremendone” e prima che il computer diventi loro preda Vi mando queste righe salutando tutti e ringraziando gli amici che mi hanno postato l’altra sera. Raffaele

Educazione Fisica.ultima modifica: 2004-09-16T20:29:31+02:00da naufragotriste
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