dall’asilo alle elementari.

Eccomi ancora a Voi. Oggi pensavo veramente di saltare l’appuntamento con le mie pagine. Stamattina l’adsl non ne voleva sapere di partire e stasera ho dovuto aspettare che la piccola si addormentasse: mia moglie lavora fino alle ventiquattro. Ho deciso di “fare aspettare” mia mamma ancora qualche pagina e di capire bene come si fa ad inserire un’immagine nel blog prima di riprovarci e di rituffarmi nella mia fanciullezza. Prima di abbandonare del tutto i ricordi dell’asilo, volevo farVi conoscere una preghiera lì imparata e che adesso recitano le mie bambine: “Gesù che sei chiamato l’amico dei bambini, sorridi a noi piccini e dona ad ogni cuore la gioia e la bontà.”
Come Vi avevo raccontato qualche paginetta fa, l’asilo per me durò poco: forte degli insegnamenti della signorina Assuntina a cinque anni e mezzo, vestito di tutto punto e da Lei accompagnato, mi presentai all’esame per essere ammesso in seconda elementare. Non ricordo quasi nulla, solo l’ingresso dell’edificio scolastico semibuio ed una maestra che mi sembra mi dettasse qualcosa. L’esame andò bene, tanto è vero che l’ottobre successivo (eh sì, le scuole allora iniziavano il primo ottobre e se si era fortunati che il quattro capitava magari di lunedì o martedì – San Francesco, patrono di Italia era ancora una festa nazionale – complice qualche funzionario del ministero accondiscendente, non esistevano ancora i calendari scolastici regionali, poteva capitare addirittura che si iniziasse andare a scuola il cinque di ottobre!), grembiulino blu, fiocco tricolore e coccardina con un bel due scritto in caratteri romani, mi presentai all’appuntamento con quella che fu la mia prima classe scolastica, con i miei primi amici e con la maestra Carmela Cafaro da Sorrento (la maestra o il maestro era unico e non so se era meglio o peggio di adesso che ce ne sono tanti e mia figlia ne cambia almeno un paio all’anno!). Di quegli anni felici e di quello che ricordo di essi, ve ne parlerò a breve. Buona notte a tutti Voi amici di rete