Il Gran Dicembre

Giuseppe abita ancora a Massa, ho chiesto a mamma di andare a fargli visita. Ha detto che mi ci accompagnerà….Dopo il periodo autunnale arrivava dicembre. E’ il mese a cui sono più affezionato per vari motivi: a parte che è il mese in cui sono nato è anche il mese in cui si festeggia il Santo natale con tutti gli annessi e connessi. Il primo di dicembre è stato sempre il giorno in cui iniziava il “Gran Dicembre” come lo chiamavano la mamma e Teresa in mio onore ed ancora adesso la prima telefonata che mi giunge in quel giorno è della mamma che mi ricorda che sta iniziando il Gran Dicembre. L’8 dicembre è stato sempre un giorno importante: era il giorno in cui si iniziava a preparare l’albero di natale che ci avrebbe fatto compagnia fino all’Epifania, era il giorno in cui si iniziava ad assemblare il presepe, era il giorno in cui mamma ci tirava fuori dal ripostiglio la tombola con la quale iniziavamo a giocare noi bambini in attesa di giocare con i grandi durante le feste vere e proprie a cavallo del Natale ed i Capodanno. Il costo per cartella più vecchio che ricordi era di cinque lire. Voglio solo soffermarmi un attimo sul presepe e sulle serate di festa come le ricordo io. Di presepi ne ricordo tanti, da piccolo papà li preparava con carte di giornali, gesso e vernice ed ogni anno era sempre più bello. Poi ne ricordo alcuni fatti con sughero e muschio che restano impressi in vecchie fotografie. Ma quello che ricordo con nostalgia fu un presepe che papà ci portò, come sorpresa, la vigilia di Natale e che aveva costruito da solo in tante serate trascorse al lavoro al cinema. La cosa che ti colpiva subito era la volta stellata, di un blu intenso e forata da tanti buchetti ognuno con la sua lampada pisellina giallina intermittente. La luna era una piccola virgola giallina, sul ponticello ad archi vi transitavano i re magi, i pastori si riscaldavano vicino un fuoco rosso tremulo, la cascata portava acqua in un fiumicello, poi quell’acqua alimentava un mulino ed infine finiva in un laghetto dove galleggiavano delle ochette e poi una pompa metteva sempre la stessa acqua in ricircolo. Una melodia veniva fuori dalla capanna sulla quale stazionavano due angioletti azzurri ed uno rosa (nesso causale con i suoi bambini), anacronisticamente un pizzaiolo infornava la sua bella pizza nel forno illuminato da una lucina gialla sotto la legna e, in un angolo seminascosto del presepe, una luce viola illuminava, tetra, il castello di Erode. Con quel presepe papà partecipò anche a diversi concorsi vincendo anche qualche premio, tra cui, ricordo, una storia del mio comune, “’O paese mio” scritta da un poeta locale, Francesco Saverio Mollo, che ebbi la fortuna di conoscere e di cui sicuramente ve ne parlerò nel corso di questo blog. Quel presepe lo tenemmo per tanti anni e quando ormai eravamo diventati grandi papà lo smontò. Ne costruì con i suoi resti uno nuovo in uno scheletro di televisore, bello, con la manopola che serviva per accendere la tv che invece accendeva il presepe, con le sue luci, la sua musica, gli angeli che salgono e scendono ed il mulino che gira, senz’acqua. Ancora oggi è quello il presepe che adorna la casa di papà durante il periodo natalizio…

Il Gran Dicembreultima modifica: 2004-09-10T18:35:37+02:00da naufragotriste
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